Come ormai da tradizione, il 18 maggio scorso, all’interno di una suggestiva Veglia Vocazionale che conclude solennemente i cammini MGS dell’anno, è stato vissuto anche il Mandato Missionario. I cinquanta giovani che quest’estate vivranno un’esperienza missionaria, al servizio di tante persone povere, hanno ricevuto il crocifisso e sono stati inviati nella preghiera a portare il loro aiuto e la loro testimonianza di fede in terre lontane. Il cammino è stato breve ma intenso e, nei quattro incontri formativi previsti, le diverse equipe di giovani, dirette in Brasile, Madagascar, Moldavia ed Egitto, hanno potuto conoscersi in profondità e maturare sempre di più le loro motivazioni, per vivere in pienezza un’esperienza che decisamente cambierà e segnerà la loro vita e le loro scelte.
Nell’ultimo incontro formativo, a poche ore dalla Veglia Vocazionale, abbiamo così voluto proporre ai partenti la lettura e la riflessione dei Ricordi che San Giovanni Bosco diede ai missionari nella prima spedizione del 1875, diretta in Patagoni. Sono venti consigli che nascondono un tesoro inestimabile! Rileggerli insieme, ancora oggi, sempre commuove e apre il cuore ad un’attenta e profonda rilettura anche del nostro modo di vivere. Venti conigli che troviamo utili non solo per i giovani partenti, ma anche per noi salesiani impegnati quotidianamente in terre di missione: cortili, scuole, oratori, università e parrocchie dove le parole di don Bosco, anche dopo 150 anni, possono risuonare profetiche, efficaci e fruttuose.
Abbiamo scelto allora tre gemme tra questi venti ricordi: tre consigli da far calare nella nostra quotidianità e fare sempre più nostri.
Ricordo n°1: “Cercate anime, ma non danari, né onori né dignità”.
Don Bosco raccomanda, ancora oggi, a ciascuno di noi di vivere l’obbiettivo principale con cui la Congregazione è nata: la salvezza delle anime. Il tempo spesso ci invita ad adagiarci e ad accontentarci di ciò che sembra riempire di senso il cuore: riconoscimenti, applausi, sicurezze materiali. Ma le anime rimangono, con il loro grido silenzioso e potente, la vera ragione della nostra consacrazione. In un mondo spesso dimentico dell’aspetto spirituale, da consacrati siamo chiamati a ricordarci e a ricordare il messaggio di Cristo, facendo brillare la Sua figura e testimoniandola con umiltà e costanza. L’amicizia con Gesù è il segreto più prezioso perché ogni uomo possa capire a cosa è chiamato.
Ricordo n° 5: “Prendete cura speciale degli ammalati, dei fanciulli, dei vecchi, dei poveri e guadagnerete la benedizione di Dio e la benevolenza degli uomini”.
La sapienza di don Bosco ci ricorda che nella nostra missione, tra tutte le persone che incontriamo, un’attenzione particolare va riservata i più bisognosi. Possiamo iniziare dalle nostre comunità: missione è vivere la carità di Cristo, in chiave salesiana, già a partire dalle nostre relazioni fraterne, con un’attenzione premurosa verso i confratelli più ammalati e anziani. Per poi spingerci in cortile e tra i giovani, alla ricerca di chi ha il cuore che sanguina e di chi ha necessità di cure urgenti, tanto per il corpo fragile quanto per l’anima ferita dal peccato. Proprio come è successo alla prima comunità cristiana, una chiesa attenta agli ultimi può diventare la più bella e sconvolgente testimonianza in grado di offrire un’alternativa credibile ai totem postmoderni del narcisismo, dell’arrivismo, dell’autoreferenzialità, del consumismo sfrenato, dell’avidità imperante, dell’idolatria del potere e del denaro.
Ricordo n° 9: “Fuggite l’ozio e le quistioni”.
Infine quest’ultimo consiglio che vi proponiamo ci ricorda l’importanza di rimboccarci le maniche – l’unico abito previsto da don Bosco per la sua nascente congregazione – per lavorare per il Regno di Dio. La parola “lavoro” rimane tra le più citate negli scritti e nelle lettere di don Bosco. E diventa il suo testamento più incandescente per noi, suoi figli! Il lavoro non ci faccia paura. Ricordiamoci tuttavia il fine di tale fatica quotidiana. Il nostro sia un lavoro intenso, ma pastorale e santificato dalla fede e dalla preghiera. Solo così potremo collaborare alla venuta del Regno di Dio.
Alla vigilia del 2025, anno dedicato al 150° anniversario della prima spedizione missionaria, facciamo nostri questi preziosi venti ricordi di don Bosco, per far fiorire la nostra vita e colorare di missionarietà le scelte più quotidiane e ricordarci che il mondo è il campo dove trasformare continuamente i lupi in agnelli, dando forma e futuro al sogno dei 9 anni.
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Don Fabio (animatore missionario) e don Luca (animatore vocazionale)