Festeggiamo oggi la memoria di San Giovanni Bosco. Nel cuore dell’Ottocento, quando la Rivoluzione Industriale stava trasformando il mondo del lavoro, un prete torinese dal cuore ardente e dalla mente visionaria ha dato vita a un progetto che ancora oggi ispira formatori e imprenditori. Giovanni Bosco, meglio conosciuto come Don Bosco, ha creato i primi centri di formazione professionale con l’obiettivo di offrire ai giovani più svantaggiati una via per costruire un futuro dignitoso. Il suo metodo non si limitava all’insegnamento di un mestiere, ma abbracciava la formazione umana, morale e religiosa, ponendo le basi per un modello educativo che ancora oggi è attuale e vincente.
Nel XIX secolo, Torino era una città in rapida espansione industriale, con un numero crescente di giovani abbandonati a se stessi, senza istruzione né prospettive di lavoro. Don Bosco, osservando questa realtà, capì che la semplice assistenza caritativa non bastava: i ragazzi avevano bisogno di un’educazione strutturata che includesse la formazione professionale. Iniziò quindi a raccogliere giovani orfani e abbandonati, offrendo loro non solo un tetto e un pasto, ma anche un’istruzione pratica che li avrebbe resi autonomi e capaci di inserirsi nel mondo del lavoro.
Nel 1853, Don Bosco avviò i primi laboratori artigianali interni all’Oratorio di Valdocco, a Torino. Qui i ragazzi potevano imparare mestieri come la falegnameria, la sartoria, la tipografia e la lavorazione dei metalli. Il modello si basava su tre pilastri fondamentali:
L’apprendimento pratico: i ragazzi non erano semplici apprendisti sfruttati nelle botteghe, ma studenti che venivano guidati passo dopo passo nell’acquisizione delle competenze tecniche.
L’educazione morale: ogni laboratorio era gestito da maestri d’arte, spesso coadiutori salesiani, che non solo insegnavano un mestiere, ma formavano i giovani alla disciplina, alla correttezza e al rispetto del prossimo.
L’accompagnamento spirituale: la formazione non si limitava all’aspetto tecnico, ma includeva l’educazione religiosa, che per Don Bosco era il cuore dello sviluppo integrale della persona.
Il metodo di Don Bosco non tardò a ottenere il riconoscimento del mondo imprenditoriale. Gli artigiani e gli industriali torinesi iniziarono a vedere nelle scuole di Don Bosco una fucina di lavoratori qualificati, disciplinati e motivati. Molti giovani formati nei laboratori salesiani venivano immediatamente assunti, garantendo alle imprese manodopera specializzata e ai ragazzi una prospettiva di vita migliore.
Gli stessi formatori divennero una parte essenziale del progetto. Don Bosco insisteva affinché i suoi maestri non fossero semplici istruttori tecnici, ma veri educatori, capaci di trasmettere ai giovani non solo le competenze professionali, ma anche valori di onestà, dedizione e solidarietà.
Negli anni successivi, Don Bosco perfezionò il suo metodo e lo trasformò in un modello codificato, destinato a durare nel tempo. Nel 1887, poco prima della sua morte, furono pubblicate le Deliberazioni dei Capitoli Generali, che stabilirono le linee guida per le scuole professionali salesiane. Tra le innovazioni più significative vi era l’introduzione delle esposizioni annuali dei lavori artigianali, un’iniziativa che non solo motivava gli studenti a migliorarsi, ma mostrava al pubblico la qualità della formazione ricevuta.
Oggi, il sistema educativo di Don Bosco continua a ispirare istituti tecnici, centri di formazione professionale e aziende che credono nella crescita dei giovani attraverso l’educazione e il lavoro. Il modello salesiano dimostra che formare un bravo lavoratore significa prima di tutto formare una persona responsabile, capace di contribuire al bene comune.
Gli imprenditori e i formatori di oggi possono trovare nel metodo di Don Bosco un riferimento prezioso: investire sulla formazione professionale non significa solo fornire competenze tecniche, ma anche trasmettere valori e costruire una società più giusta e solidale. La sua visione ci ricorda che un’azienda di successo non è solo quella che produce ricchezza, ma quella che contribuisce alla crescita delle persone e della comunità in cui opera.