Anche del salesiano don Pietro Sacilotto [Sacilotti], di famiglia emigrata in Brasile a metà Ottocento da Barco di Pravisdomini, ricorre in questi giorni un particolare anniversario che non si può tralasciare. Sono 90 anni il 1° novembre dalla sua offerta della vita per Cristo nella foresta del Mato Grosso lungo il Rio das Mortes. Il nome stesso di questo fiume è rivelatore dei pericoli che i missionari correvano nell'inoltrarsi nel luogo di stanziamento del popolo indigeno dei Kìvaros, già noti per la ferocia (e anche la destrezza) che usavano nei confronti del bianco da loro ritenuto un assalitore. Don Sacilotto - che era nato a Canas (stato brasiliano di San Paolo) nel 1898 ed era stato ordinato qui in Italia (a Torino) nel 1925 (venendo a celebrare una delle prime messe nella terra dei suoi padri) - navigava, e non era la prima volta, su quel lunghissimo corso d'acqua insieme al salesiano svizzero don Giovanni Fuchs alla cerca di una gente, nascosta fra la folta vegetazione, cui voleva assolutamente portare la luce dell'evangelizzazione oltre che promuoverne l'elevazione sociale.
Disceso a terra con il confratello, dapprima gli autoctoni si dimostrarono accoglienti verso i doni che i due missionari recavano loro, ma subito si rivolsero contro di essi e li ammazzarono addirittura fracassandone il capo. L'esempio fulgido di don Sacilotto e don Fuchs ebbe tanta risonanza, in Brasile e nell'ambito missionario: il loro martirio, tale perché consapevole e diremmo cercato (nessun avvertimento dei superiori salesiani, restii a concedere a don Sacilotto il permesso di recarsi in luoghi tanto impervi, lo aveva fermato), fu oggetto anche di un dramma teatrale e di un volumetto biografico intitolato Croce di sangue.
L'autore di tale lavoro, don Carlo De Ambrogio (Arsiero, Vicenza, 25 marzo 1921 - Torino, 7 novembre 1979), è uno dei ben 436 salesiani che sono stati censiti in questi mesi del centenario del "Don Bosco" a Pordenone in quanto vissuti nel nostro Collegio dal 1924 a oggi. Qui infatti egli operò come insegnante apprezzatissimo di lettere al ginnasio e assistente dei collegiali per nove anni, dal 1947 al 1956, rivelando fra l'altro notevoli doti giornalistiche: fondò il notiziario Qui Pordenone Don Bosco, primo bollettino dell'opera salesiana della nostra città, e lo portò avanti con tanta cura e una ricchezza di notizie apprezzabile oggi come allora. Le felici sue doti di scrittura e pensiero furono notate dai superiori a Torino, dove venne trasferito quale direttore della rivista salesiana internazionale per giovani Meridiano 12 e collaboratore del famoso Bollettino Salesiano, il periodico fondato dallo stesso don Giovanni Bosco nel 1877.
Ma ciò che qui più importa è che don De Ambrogio fu sacerdote di intenso fervore spirituale, sempre gioioso, umile, pronto, generoso, amorevole con i giovani e da loro amato. Per essi fondò la Gioventù Ardente Mariana (G.A.M.), cenacolo di consacrati alla preghiera e meditazione della parola di Dio dal carisma appunto mariano, da lui diffuso in molti luoghi, operoso e fedele alle ispirazioni del fondatore. L'Eucaristia, la Madonna, il Papa: furono questi i pilastri della spiritualità di don Carlo, definito l'apostolo dei Tre Amori, che gli hanno meritato di recente (22 luglio 2020) l'apertura nell'Arcidiocesi di Torino della causa di beatificazione. (w.a.) Nel Bollettino Salesiano del 1958 si riporta la vicenda di don Pietro Sacilotti e don Giovanni Fuchs "Martiri tra i Chavantes del Brasile". Si riporta: "Don Sacilotti disse al suo Ispettore, Don Ernesto Carletti: 'Se per l'evangelizzazione dei Chavantes occorresse un martire, due, tre... Dio lo volesse!' [...] L'eroico sacrificio delle due vittime non fu senza frutto. Anziché scoraggiare, animò invece altri a riprendere qualche tempo dopo il tentativo di avvicinare i Chavantes. Ciò potè essere attuato dal salesiano Don Antonio Colbacchini nel 1951: furono anzi gli stessi selvaggi i primi ad avvicinarsi al missionario che così trovava aperta la via per la loro evangelizzazione."
Tratto da:
Il Popolo (settimanale della Diocesi di Pordenonen-Concordia)