Carissimi tutti,
per questo Focus di PG di marzo 2024, ho cominciato a pensarci il 22 febbraio, giorno in cui la Chiesa ci invita a far memoria della Cattedra di San Pietro. Il Vangelo del Giorno mi ha dato lo spunto per la riflessione che desidero condividere con voi. Diceva così, una parte del Vangelo: “tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa” (Mt 16,18).
Proseguendo il cammino dei focus di PG sui temi del Capitolo Ispettoriale 7, in questo mese di marzo affrontiamo il 4° tema, dal titolo: “La costruzione delle CEP nella corresponsabilità laicale”. Qui si parla di costruire una comunità tutti assieme. Costruire, edificare. Ecco il punto di incontro tra il tema del Focus e la Parola di Dio. Gesù, con Pietro, ha edificato la Chiesa, una comunità di persone, che nessuno può dividere, nemmeno le Potenze del Male.
Da queste due provocazioni mi sembra che possiamo giungere a questa conclusione: “noi (giovani, adulti, laici, consacrati, tutti…), assieme a Gesù (vivo), vogliamo edificare una società buona (o ecclesia: comunione di persone) mediante proposte pastorali salesiane”.
Come salesiani di don Bosco, in uno degli articoli delle nostre costituzioni, esattamente il sesto, ci viene detto che “contribuiamo (in tal modo) a edificare la Chiesa come Corpo di Cristo affinché, anche per mezzo nostro, si manifesti al mondo come «sacramento universale della salvezza»”. E qual è questo modo? Come cioè costruiamo/edifichiamo la Chiesa? Sempre l’articolo delle Costituzioni ci dice che lo facciamo evangelizzando i giovani, specialmente i più poveri; prendendoci cura delle vocazioni apostoliche; educando alla fede gli ambienti popolari, anche attraverso la comunicazione sociale; inoltre annunciamo il Vangelo ai popoli che ancora non conoscono Gesù.
L’edificazione della Comunità Educativo Pastorale, dunque, non chiede primariamente costruzione di strutture e di edifici, ma costruzione di relazioni fondate sul Vangelo.
Dato che i termini hanno connotati concreti: costruire, edificare, strutturare… ci viene utile pensare che anche le relazioni, dunque, hanno bisogno di attenzioni di un certo tipo, che non possono essere lasciate alla libera creatività. Se siamo chiamati a costruire la Comunità Educativa Pastorale, siamo invitati a farlo con una certa progettualità. Ma noi, ce l’abbiamo questa progettualità? Il PEPS, ci aiuta a edificare e custodire le nostre relazioni? Con il nostro modo di vivere e lavorare insieme, stiamo contribuendo a dare una forma evangelica alla CEP? Con quali strumenti stiamo lavorando per dare forma a questo edificio spirituale?
Mi sembra che queste domande ci aprano orizzonti di riflessione interessanti. Tra tutte queste vorrei però fare focus su due in particolare: CHI edificare e COME edificare.
La Comunità Educativa Pastorale
Il primo Focus è sul “chi”. Chi edifica? Chi deve essere edificato?
Nella Prima Lettera di san Pietro troviamo un passaggio in cui l’apostolo afferma che siamo chiamati a stringerci a Cristo per essere impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale. Cristo è la Pietra angolare. Di fatto è Lui, con il Padre e lo Spirito Santo a edificare la costruzione del Regno. Noi tutti, consacrati e laici, giovani e adulti, siamo edificati, prendiamo forma, dalla Sua Parola. É così?
Al tempo stesso come Comunità Educativa Pastorale non siamo solo oggetto dell’edificio, ma soggetti che - con Cristo - si rendono partecipi dell’edificazione del Regno di Dio. Come? Ecco il secondo Focus.
Il buon esempio
Don Bosco diceva ai suoi giovani: “Ricordatevi, o figliuoli, che ogni cristiano è tenuto di mostrarsi edificante verso il prossimo, e che nessuna predica è più edificante del buon esempio”. Quando vediamo una persona, un giovane, un adulto, un collega, che compie una azione bella, buona, ne restiamo edificati. Vedo un ragazzo che saluta ed esprime gratitudine al termine di una lezione: rimango edificato. Vedo un volontario che dedica gratuitamente, generosamente, tempo e doti al servizio dei giovani più poveri: ne rimango edificato; vedo una persona che rimane paziente davanti ai capricci di un bambino o un ragazzo, senza perdere la pazienza: ne rimango edificato. Chissà quanti altri esempi potremmo fare. Questo è il buon esempio, che vale più di mille prediche. Mi sembra che questo, del buon esempio, sia lo strumento più efficace che abbiamo per dare forma all’edificio spirituale della Comunità Educativo Pastorale. Con il nostro modo di agire, possiamo dire di dare il buon esempio alle persone che ci stanno accanto? Quanto siamo poi capaci di educare i giovani a dare il buon esempio agli altri?
Sagrada Familia?
Come per tutti i Focus, i temi meriterebbero approfondimenti ben più curati e sistematici, che in due paginette riesce difficile fare. Mi sarebbe piaciuto portare l’esempio della costruzione dell’ultima grande cattedrale cattolica: la Sagrada Familia di Antonio Gaudì a Barcellona. Un edificio voluto da una comunità di persone (i devoti di san Giuseppe), costruito nel tempo attraverso diverse generazioni, che ha coinvolto ricchi e poveri, giovani e adulti, intellettuali e analfabeti, artisti e muratori… Lascio a voi l'approfondimento personale. Quello che so è che, insieme, con il nostro lavoro e il nostro esempio, stiamo costruendo comunque qualcosa di grande: il Regno di Dio.
don Emanuele Zof
DELEGATO PG - INE
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1 Costituzioni SDB n°6
2 Cfr. 1 Pt 2,4-5
3 MB. Vol 4.