“Non con le percosse, ma con la mansuetudine e la carità, dovrai guadagnare questi tuoi amici”. Questa frase tratta dal sogno di don Bosco, nel quale Gesù gli consegna il metodo educativo con cui incontrare i giovani, è stata al centro della Giornata di inizio anno per le Parrocchie e gli oratori salesiani del Triveneto che si è svolta il 10 settembre a Mestre vedendo la partecipazione di circa un centinaio di persone tra salesiani, giovani e genitori che fanno parte delle equipe educative nelle varie opere da cui provengono.
A dare un contributo sul metodo di lavoro da avere nel progettare i cammini locali è stato don Rossano Sala il quale ha ripercorso il cammino che l’intera Pastorale Giovanile Salesiana in Italia sta percorrendo da tre anni a questa parte seguendo il sogno dei 9 anni di don Bosco, offrendo perciò un focus sul metodo educativo salesiano, sullo stile che abbiamo nel nostro essere Chiesa per i giovani.
Partendo dal Quaderno di lavoro, che fa da riferimento e offre il contributo per la formazione degli educatori che operano in ambito salesiano, si è soffermato soprattutto sul sesto capitolo che tratta dei criteri oratoriani: ogni opera per essere salesiana deve essere “casa che accoglie, scuola che avvia alla vita, parrocchia che evangelizza e cortile per incontrarsi tra amici”. Approfondendo questi criteri, don Rossano ha ricordato che l’oratorio e la Parrocchia “prima che spazi, sono relazioni”. Occorre essere presenti e capaci di accogliere i giovani così come sono e lì dove stanno, incontrandoli anche nei cortili digitali. Gli educatori sono chiamati ad essere generativi e capaci di costruire relazioni, per essere sinodali, ovvero capaci di camminare assieme verso la meta che è Cristo Gesù, come faceva don Bosco con i suoi giovani.
L’incontro è poi proseguito con i lavori di gruppo, dove incontrandosi per relatà diverse, si è cercato di riflettere e condividere come sono vissuti questi criteri oratoriani nei nostri ambienti locali.
La giornata si è poi conclusa con l’Eucarestia, presieduta dall’ispettore don Igino Biffi, il quale, commentando il Vangelo del giorno, ha ricordato l’importanza di andare a Gesù, per scavare in profondità nella nostra vita per essere fondati sulla roccia, così da poter affrontare tutte le avversità che nel corso del tempo inevitabilmente si incontrano. Questi incontri di formazione aiutano a mettere le fondamenta per costruire qualcosa che resti stabile nel tempo.