28/10/2022

Inaugurazione campo sintetico a schio

(ANS – Schio) – È la folla dei grandi eventi quella che si è riunita a Schio per salutare Roberto Baggio, la leggenda del calcio bello, fatto di sacrifici, sudore, passione, tifosi e simpatizzanti di tutte le età. L’atleta, Pallone d’Oro nel 1993, Vicecampione del Mondo nel 1994 e vincitore di vari altri titoli nazionali e internazionali, è sceso in campo nel pomeriggio di domenica 23 ottobre per fare da padrino all’inaugurazione del campo sintetico dell’oratorio salesiano scledense, tagliando, assieme al primo cittadino della città, Valter Orsi, il nastro che segna l’inizio di questa nuova avventura.

In tanti hanno voluto essere presenti per questa circostanza, sia per l’occasione dell’inaugurazione e la festa salesiana, e sia per vedere, stringere la mano e scambiare due parole con il leggendario attaccante, un vero e proprio mito del calcio. Da citare, da parte salesiana, anche don Juan Carlos Pérez Godoy, Consigliere per la Regione Mediterranea, in questi giorni in Visita Straordinaria all’Ispettoria “San Marco” dell’Italia Nord-Est (INE).

Addio ora, dunque, a sabbia, polvere e ginocchia sbucciate. Quei ricordi resteranno indelebili nella memoria di intere generazioni di giovani scledensi, che presso quel campetto si sono ritrovate per rincorrere un pallone e infilarlo nella rete avversaria. Adesso c’è un nuovo campo sintetico - rigorosamente in plastica riciclabile, con illuminazione a led per il risparmio energetico, dal basso impatto ambientale, e decisamente più sicuro. Per realizzarlo sono intervenuti coloro che Baggio ha definito “gli eroi moderni”, imprenditori che hanno deciso di non voltarsi dall’altra parte, e l’amministrazione comunale. “Quello che è stato inaugurato, non è un contenitore vuoto, ma un luogo al cui centro ci sono i giovani. Che possano in questa casa, scoprire i loro talenti più nascosti”, ha detto il Primo Cittadino nella circostanza.

L’inaugurazione, organizzata dalla Polisportiva Giovanile Salesiana “Concordia Calcio” con l’istituto salesiano “Don Bosco” di Schio, rientra nelle celebrazioni dei 120 anni dell’istituto, che domani, 27 ottobre, spegnerà 121 candeline.

Una festa nella festa che il Direttore del centro, don Enrico Gaetan ha voluto definire come “la realizzazione di un sogno cullato per anni, di cui Roberto Baggio è stata la ciliegina sulla torta. Il nostro obiettivo è offrire ai giovani uno spazio sempre più alla loro portata per la loro formazione e la crescita. Il campo da calcio è il primo passo di un progetto più ampio. La scuola è ormai ultimata e l’oratorio sarà ultimato nella prossima primavera”.

Nessuno si aspettava una simile partecipazione, nemmeno il presidente della società, Andrea Perezzan che ha fatto anche da moderatore all’evento. Al “divin codino” brillavano gli occhi: “Mi sono emozionato entrando in campo perché mi è venuta voglia di giocare. Se solo avessi altre ginocchia...” ha confessato, con un po’ di nostalgia verso i 22 anni di carriera giocati ai massimi livelli.

Tra i momenti salienti, la lettura da parte dei giovani e dei giovanissimi del vivaio, che conta anche 90 giocatrici, della lettera che Baggio indirizzò alcuni anni fa ai giovani. Poi le domande dei ragazzi, a cui il campione ha risposto testimoniando con grande umiltà. “La vera bellezza è provare gioia per ciò che si fa. Sentire il piacere di giocare perché il calcio è qualcosa di meraviglioso. È importante sentirsi privilegiati, quando si fa sport, perché molti non possono farlo”.

“Non si può pensare - ha sottolineato ancora - di potere raggiungere i propri obiettivi se non si passa anche per i fallimenti. La passione, la costanza e la determinazione fanno la differenza. Bisogna imparare dai sacrifici e dai fallimenti. Io ho sbagliato un rigore che ci ha fatto perdere i Mondiali...”.

Tra i discorsi ufficiali anche quello dell’Assessore allo Sport di Schio, l’exallievo dell’oratorio salesiano Aldo Munarini: “Sarebbe da scrivere un libro su quante generazioni sono passate per il campo dei Salesiani, ma anche di tanti esempi di ragazzi che si sono tolti dalla strada. Era un campo che ci ha aiutati a crescere proprio per la sua conformità, polveroso d’estate, fangoso in primavera e autunno, ghiacciato d’inverno. Oggi sarebbe impensabile proporre ad una famiglia di far giocare i propri figli su un campo del genere. Ora cercano la qualità e l’impianto di ultima generazione, quindi anche i Salesiani dovevano avere un campo all’altezza”.

Dopo il taglio del nastro è stata svelata la targa ricordo a futura memoria, benedetta da don Pérez Goody. La festa è poi continuata con la partita inaugurale, la presentazione delle squadre nel palazzetto, il brindisi e un momento informale per i saluti e gli scambi informali, con l’ospite d’onore che ha firmato autografi, ha fatto foto e ha scambiato battute con tutti.

Fonti: Corriere del Veneto, Il Giornale di Vicenza