17/10/2024

MGS biennio

Nel secondo fine settimana di ottobre si è svolto il primo incontro del Gruppo Biennio MGS di questo nuovo anno. Circa 120 ragazzi e ragazze, accompagnati dai loro educatori, hanno approfondito la spiritualità educativa salesiana in vari ambiti e dimensioni, iniziando anche a conoscere le figure di Abramo e di Giovannino Bosco.

Nel pomeriggio di sabato, dopo una merenda sostanziosa e tanti giochi divertenti, i partecipanti si sono suddivisi in diversi gruppi tematici, scelti in base alle proprie inclinazioni: sportivo, artistico, grafico, animazione, missionario... Ognuno di loro ha potuto sperimentare e riflettere su come essere al servizio degli altri secondo il progetto di Gesù, rispettando la propria unicità.

Sono stati momenti di grande condivisione e apertura, in cui i ragazzi si sono sentiti accolti e liberi di esprimersi anche di fronte a coetanei provenienti da altre realtà. Oltre agli aspetti più seri, l’incontro è stato anche un’occasione per stringere nuove amicizie, ridere e divertirsi insieme nel grande gioco.

Durante la veglia serale, c'è stata l'opportunità di approfondire il legame con Gesù attraverso la preghiera e l'adorazione. Con l'uso di alcuni specchi, i giovani sono stati invitati a riflettere sulla propria bellezza e importanza agli occhi di Dio.

La domenica mattina è stata dedicata ai momenti formativi, suddivisi in tre gruppi. La figura di Abramo ha guidato i ragazzi in una riflessione sui propri "tralci secchi", ovvero quegli aspetti della loro vita che non portano frutto, invitandoli a riscoprire ciò che nelle loro realtà quotidiane può essere valorizzato e che è prezioso. Successivamente, Giovannino Bosco ha ispirato i ragazzi a vedere come le esperienze della propria infanzia e i doni ricevuti da Dio contribuiscono a formare la persona che sono oggi, incoraggiandoli ad avere il coraggio di vivere appieno la propria identità. Infine, hanno riflettuto sulle radici familiari e sui contesti in cui vivono, riconoscendo l'importanza delle "radici del cielo" a cui sono ancorati.

In sintesi, sono stati due giorni intensi, vissuti con entusiasmo e coraggio. Non ci si è limitati a restare fermi sul divano, ma si è scelto di farsi amare e di scoprire di essere amati. È emerso che ciascuno, con le proprie caratteristiche e anche con le proprie ferite, può dare il proprio contributo prezioso. E chissà, come staranno coltivando i ragazzi la loro "piantina" nella realtà in cui vivono?

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Articolo di Elisa Dal Ben