Senza dati non si educa

Nel panorama della formazione professionale, la dispersione formativa continua a rappresentare una sfida complessa e cruciale.
Ma come possiamo intervenire efficacemente se non misuriamo la capacità dei nostri percorsi di trattenere, accompagnare e sostenere i giovani?

Come ricorda Mirko Vecchiarelli nell’articolo “Senza dati non si educa”, pubblicato su Tuttoscuola nel settembre scorso, all’interno del sistema CNOS-FAP abbiamo avviato un’ampia indagine sul “successo formativo”, che va ben oltre la semplice misurazione dei risultati finali.
Il nostro obiettivo è duplice: monitorare i percorsi e gli esiti formativi, e quantificare la tenuta formativa dei Centri.

Un cambio di paradigma

I dati raccolti non sono numeri di controllo, ma strumenti di equità e giustizia educativa.
Attraverso l’analisi di quattro macrocategorie – frequentanti con esito positivo, con difficoltà, ritirati e percorsi successivi – misuriamo la capacità del sistema di sostenere ogni studente, riconoscendo il valore del dettaglio, della specificità e dell’eccezione.

Oltre la standardizzazione

Il monitoraggio non è un esercizio tecnico, ma un processo intenzionale di conoscenza e orientamento all’azione.
Significa investire nella comprensione profonda dei percorsi educativi, consapevoli che la fragilità emerge solo quando scegliamo di osservarla davvero.

Verso politiche formative più efficaci

Costruire politiche formative solide richiede evidenze affidabili.
Solo così possiamo progettare interventi mirati, sostenuti da dati che valorizzano le differenze e individuano i punti critici per un miglioramento continuo.

L’istruzione e la formazione professionale, quando radicate nell’ascolto e nella conoscenza dei dati, possono davvero costruire una vita piena, professionalmente e umanamente realizzata.
Perché i dati, se letti con sguardo educativo, ci aiutano a non perdere di vista la persona.

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Per approfondire: Cnos-Fap