“Nell’opera salesiana in cui sono appena arrivata a lavorare, mi trovo bene. Mi sono sentita accolta e ho trovato un luogo dove posso incontrare i ragazzi come volevo io”.
Racconta così una docente neo assunta in un'opera salesiana durante la condivisione a termine dell'uscita sui luoghi di don Bosco, che si è svolta dal 20 al 22 febbraio con le persone che sono entrate a lavorare negli ambienti salesiani in questo anno formativo 2022-23.
“Colpisce vedere come don Bosco sia partito dal nulla, dalla povertà dei Becchi, dove è nato e sia giunto a diffondere il suo sistema educativo in tutto il mondo” racconta un altro docente, rimasto impressionato dal vedere come tutto sia partito da una piccola casa e una piccola tettoia.
I nuovi Docenti, educatori e il personale amministrativo, sono stati infatti coinvolti in tre giornate di immersione sui posti che hanno segnato don Bosco, accompagnati dai salesiani che hanno presentato loro la vita e gli aspetti caratterizzanti del sistema educativo salesiano.
Arrivati al Colle don Bosco nel pomeriggio di lunedì 20, hanno potuto vedere la casa dove don Bosco è nato e cresciuto, cogliendo l’importanza della famiglia e di mamma Margherita che ha forgiato il suo carattere, assieme all’ambiente rurale del tempo. Suggestivo il momento vissuto al prato del sogno dei nove anni, che presentato ai neoassunti ha dato modo di comprendere la missione educativa salesiana.
Nella giornata di martedì 21 ci si è focalizzati sugli inizi dell’opera educativa di don Bosco a Torino, visitando le strade e le piazze in cui don Bosco andava a trovare i suoi ragazzi e soprattutto l’oratorio di Valdocco, dove don Bosco ha consolidato la sua opera da cui si è diffusa in tutto il mondo fino a noi.
Per la maggior parte degi quasi ottanta partecipanti, è stata la prima volta in visita a questi luoghi, nei quali sono rimasti affascinati soprattutto dalla storia di don Bosco è da quanto è riuscito a fare per i giovani guidato dalla fede.
Mercoledì 22, prima della celebrazione del rito delle ceneri, i neoassunti hanno avuto modo di condividere per gruppetti quanto hanno sperimentato in questi brevi ma intensi giorni, da cui tornano a casa con una consapevolezza diversa: “siamo parte di un sogno più grande, che ha radici che partono da lontano e dalle piccole cose, con il desiderio di essere sempre più educatori dei giovani, soprattutto quelli poveri ed abbandonati, cercando di andare loro incontro con quell’affetto e amorevolezza propria di don Bosco”.
Il weekend precendete (dal 18 al 20 febbraio), hanno invece fatto lo stesso percorso un gruppo di circa trenta persone appartenenti alle CEP dei diversi oratori-parrocchie presenti nella nostra ispettoria. Anche per loro è stato un tempo di formazione e riscoperta del carisma salesiano, partendo dalla storia e dai luoghi di don Bosco.