La mostra fotografica “Through Our Eyes”, portata a Schio grazie alla determinazione dell’Oratorio Salesiani Don Bosco, in collaborazione con il Comune di Schio e con la sinergia di Still I Rise, ha aperto le sue porte al pubblico il 5 ottobre presso lo Studio Box del Faber Box. L’evento, che ha rappresentato un’importante occasione per immergersi nella realtà di chi vive in situazioni di estrema vulnerabilità, ha già richiamato numerosi visitatori, mettendo in luce il profondo impatto sociale e umano di questo progetto fotografico.
I giovani autori degli scatti esposti sono studenti delle scuole di emergenza e delle scuole internazionali di Still I Rise, organizzazione che opera in contesti critici per garantire istruzione e protezione a minori profughi e vulnerabili. Attraverso le loro fotografie, questi ragazzi e ragazze hanno immortalato la vita nei campi profughi dell’isola greca di Samos, nei campi per sfollati del Nord-Ovest della Siria e nella baraccopoli di Mathare a Nairobi, regalando uno sguardo intimo e autentico su realtà spesso raccontate solo attraverso numeri e report.
La mostra, inaugurata il 5 ottobre, ha visto anche la partecipazione dei volontari del Gruppo Territoriale Veneto di Still I Rise, che hanno accompagnato i visitatori nel percorso espositivo, spiegando il valore e il significato dietro ogni immagine. L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo, dimostrando come Schio sia pronta a confrontarsi con temi di respiro internazionale, grazie alla spinta di realtà locali come l’oratorio salesiano, che ha reso possibile l’arrivo di questa esposizione in città.
Nato nel 2019, il progetto fotografico “Through Our Eyes” ha già coinvolto 156 giovani tra i 9 e i 17 anni, offrendo loro corsi di fotografia guidati da professionisti come Nicoletta Novara e il fotografo siriano Mahmoud Faisal. Armati di semplici macchine fotografiche usa e getta, questi ragazzi hanno documentato le difficili condizioni di vita che affrontano ogni giorno, con uno sguardo capace di toccare le corde più profonde.
Le immagini esposte raccontano storie di migrazione, povertà e guerra da una prospettiva interna, libera da stereotipi e superficialità, e permettono ai visitatori di confrontarsi con una realtà spesso ignorata. Attraverso le foto, si colgono non solo i luoghi, ma anche i sentimenti e le emozioni di chi vi abita, restituendo uno spaccato di umanità e resilienza che supera le barriere culturali e geografiche.
Il successo di “Through Our Eyes” ha portato questa mostra in oltre 100 città tra Europa e Stati Uniti, e a Schio ha trovato un pubblico attento e sensibile. Inoltre, il progetto ha dato vita al libro “Attraverso i nostri occhi”, che raccoglie le fotografie e le storie dei giovani fotografi del campo profughi di Samos, arricchito da una favola di Nicolò Govoni, presidente di Still I Rise.
Fondata nel 2018, Still I Rise è un’organizzazione non profit che offre istruzione a minori in situazioni critiche, attiva in diverse aree di conflitto e povertà, tra cui Siria, Kenya e Yemen. Con progetti innovativi come “Through Our Eyes”, Still I Rise dimostra come l’arte e l’educazione possano diventare strumenti potenti per restituire dignità e voce a chi vive in condizioni di estrema difficoltà.
L’arrivo di questa mostra a Schio testimonia la capacità della città di accogliere e valorizzare progetti culturali di alto valore sociale, sensibilizzando il pubblico locale su temi globali attraverso la collaborazione tra l’oratorio salesiano e le istituzioni. Grazie a questa iniziativa, Schio ha potuto vivere un’esperienza di crescita e riflessione, permettendo ai visitatori di vedere il mondo attraverso gli occhi di chi affronta le sfide più dure, ma non rinuncia a sperare in un domani migliore